Simbolo di Basilicata
Conosciuto come l’oro rosso della Basilicata, il peperone crusco, proprio per il suo colore e la sua rinomata croccantezza è diventato uno dei prodotti simbolo della gastronomia lucana.
Le origini
Le origini del peperone o “capsicum annuum” sono americane. Arrivato nel ‘500 in Europa, successivamente è approdato nella zona lucana della Val d’Agri. Per la precisione a Senise dove, grazie al microclima del posto e al lavoro paziente dei contadini lucani, ne è stata ricavata una varietà particolare. Un vero gioiello ed orgoglio della gastronomia, tanto da meritare nel 1996 il marchio IGP (indicazione geografica tipica).
Il peperone crusco in cucina
Il peperone è uno degli ortaggi più utilizzati nelle nostre cucine, è quello crusco è diventato parte integrante della cucina tipica lucana, capace di arricchire gli antipasti ma anche primi e secondi piatti. Si presta all’essiccazione per via della polpa sottile e povera di acqua. L’essicazione avviene naturalmente, prima in locali aerati ed in penombra, poi appesi in pittoresche collane di spago dette “serte“. Una volta essiccato, il peperone crusco può essere gustato sia fritto sia al forno, ed in entrambi i modi darà il classico suono scrocchiante sin dal primo morso. Può essere ridotto anche in una polvere. Assumerà un bel colore rosso amaranto, che somiglia molto ad un’ altra pregiata spezia. Lo zafferano (ed infatti nel dialetto lucano è chiamata “ZAFARAN’”).
Gusto inconfondibile
In qualunque modo verrà gustato, il peperone crusco, ormai diffuso in molte zone della Basilicata, stupira’ per la friabilità unica e per il sapore dolce e inconfondibile!