In questi giorni difficili per tutti, c’è un dato importante che colpisce e che ci impone una riflessione: la restrizione forzata della circolazione ha migliorato notevolmente la qualità dell’aria. Le ricerche effettuate, in attesa di essere verificate, parlano chiaro: le misure introdotte per combattere la diffusione del coronavirus hanno ridotto l’inquinamento dell’atmosfera.D’altra parte già da tempo alcuni studiosi avevano dichiarato che alla base delle epidemie ci sia la distruzione degli ecosistemi, di tutte le biodiversità, a causa dei cambiamenti del suolo e la distruzione degli habitat naturali.Questo ci invita a riflettere sul fatto che ciascuno di noi, nel suo piccolo, può e deve operare, quando tutto questo sarà passato, una inversione di rotta per salvaguardare il nostro pianeta che ci manda segnali di sofferenza.Uno dei modi è quello di consumare prodotti a Km0; vediamone alcuni vantaggi.Innanzitutto , eliminando i lunghi viaggi di trasporto, si eliminerebbero tutti gli imballaggi riducendo così la produzione di CO2, a tutto vantaggio dell’atmosfera.Inoltre, privilegiare i prodotti a Km0, ossia privilegiando il filo diretto tra produttore e consumatore, ci saranno pochi passaggi intermedi, in modo che il consumatore possa ,abbattendo i costi dei prodotti, acquistare una maggiore varietà di cibo,che, grazie ai pochi passaggi, conserverà intatte le proprietà organolettiche.Infatti la sfida è proprio questa: la filiera corta ci permette di riappropriarci dei sapori, della qualità e dei profumi con pochi passaggi, cosa impensabile con i prodotti che devono effettuare lunghi percorsi per consentire la distribuzione industriale.Infine, non dimentichiamo che consumare cibo a Km 0 è una scelta ecosostenibile, in quanto aiuta non poco le comunità locali.Cogliamo i segnali che la Natura ci manda, operiamo delle scelte responsabili anche il fatto di alimentazione, e la Natura ringrazierà.
