Dietro ogni forma di pasta fatta in casa c’è una storia, una trama fitta di usanze e tradizioni, ma soprattutto gesti antichi, ritmici e veloci, dove è racchiuso tutto l’amore delle donne del sud.
E se guardi le orecchiette, ti accorgi che in quella forma particolare si nascondono desideri infiniti di casa: ingredienti semplici, farina di grano duro e acqua, una superficie ruvida ma l’interno concavo e compatto. Un piccolo gioiello, per rendere unico il pranzo per i propri cari. La storia delle orecchiette si fa risalire già a Varrone, vissuto nell’ 1020 a.C. nella Roma antica. Queste si chiamavano “ lixulae”, un tipo di pasta dalla forma rotonda e concava al centro, ottenuta da farina, acqua e formaggio. Altre teorie invece fanno risalire l’origine delle orecchiette alla cultura ebraica, con “le orecchie di Amman”, dolci fatti con pasta frolla molto simili alle orecchie. Quel che è certo è che le orecchiette sono tipiche della Puglia e della Basilicata, dove arrivarono grazie agli Angioini.
La pasta fresca e le orecchiette in particolare rientrano a pieno titolo tra i prodotti illustri della cucina pugliese e lucana; nei paesi del potentino si chiamano ricchjetell o recchj d prievt. Le orecchiette sono la pasta fresca per eccellenza, che richiede abilità, precisione e gesti instancabili da parte di chi le prepara; abbinate con ragù o cime di rape, renderanno le domeniche e i giorni festivi dei lucani momenti speciali.