Is your food safe? Quando l’indicazione geografica è alla base della scelta, sicuramente stiamo scegliendo un prodotto di qualità superiore rispetto agli altri. Se poi il territorio in questione è la Lucania, certamente il moltiplicatore qualitativo è la passione con cui piccoli produttori (spesso giovani) creano i loro prodotti per renderli succulenti, genuini, piacevoli alla vista e ai sensi. Quando mangi un cibo lucano non mangi soltanto un cibo proveniente da un lembo di mondo, ma assapori un pezzo di Lucania e ne percepisci le emozioni, siano esse di festa, di consolazione o di nostalgia. Parlo così perché sono Lucano? Può darsi. Tuttavia non si tratta di competizione o rivendicazione di quello che è più buono, d’ altronde “de gustibus…”; piuttosto del legame viscerale tra prodotto e produttore così sentito in Lucania. Ogni produttore, da buon padre di famiglia, trasformando le materie prime non pensa ai grandi ignoti mercati ma ai piatti prelibati dei grandi pranzi familiari della domenica; gli basta pensare a quella felicità! Lavora sodo nella costante alchimia tra sapere scientifico e antica umanistica devozione al lavoro. Quel produttore è un tuttuno con le sue bestie a cui dà un nome, con le sue viti a cui canta. Tale rispetto non può che generare una precisa identità. Se lo guardi negli occhi hai la percezione che quel lavoro lo faccia da sempre o che non avrebbe potuto fare altro; non potresti collocarlo in un posto differente se non là, su quella collina.
Connettere questo vasto tessuto gastronomico è un’impresa ardua principalmente per la presenza di un’atavica diffidenza all’ esposizione. Aprire la finestra per mostrare al mondo la tavola imbandita dalla grande famiglia del DOL (Denominazione di origine Lucana) è un passo fondamentale sia per l’accrescimento del sentimento globale verso il cibo lucano, sia per trasformare l’essere piccolo in un vero valore di grandezza.
Questa è la missione di CibiLucani
